Areputzu – Asfodelo di Mario Cubeddu prefazione di Azzurra D’Agostino

Siamo felicissimi di potervi segnalare e consigliare l’acquisto e la lettura del primo libro di poesie di Mario Cubeddu per i tipi di Vydia: Areputzu. Il libro è accompagnato dalla prefazione di Azzurra D’Agostino.

“La fiamma di Cubeddu parla sardo. E lo parla in un modo assai diverso dalla poesia solitamente scritta in questa lingua: in qualche maniera assume su di sé la rivoluzione che i poeti dialettali del Novecento hanno compiuto nella poesia italiana. Un rifondare la tradizione uscendo da ogni strettoia manieristica e al contempo un restituire dignità alle cose chiamate col proprio nome. Un percorso che alcuni poeti sardi stanno portando avanti e che questo lavoro può contribuire a sviluppare in modo originale. Nonostante il desiderio di rafforzare le proprie origini, le proprie “radici”, anche a livello istituzionale, non sempre l’esito di questi sforzi porta a qualcosa di davvero vivificante.” (dalla Prefazione di Azzurra D’Agostino)

Mario Cubeddu è nato a Seneghe, in provincia di Oristano, nel 1947. È cresciuto in una famiglia e in un mondo contadini in cui i mezzi di locomozione erano cavalli ed asini e l’energia per il trasporto e l’aratura dei campi era fornita dal giogo dei buoi. Ha studiato Lettere Antiche all’Università di Cagliari e ha insegnato materie letterarie negli Istituti Superiori. Si è occupato di storia del mondo agrario e di storia sociale della Sardegna nel XX° secolo, pubblicando alcuni saggi sull’argomento. È tra i promotori del festival di poesia “Cabudanne de sos poetas” di Seneghe, inaugurato nel 2005. Suoi componimenti poetici sono stati premiati al Premio “Giuseppe Malattia della Vallata” di Barcis e al Premio “Giulio Angioni” di Guasila. Alcune sue poesie sono state tradotte in francese da Franc Ducros e pubblicate da Revue Europe, e altri testi tradotti in occitano da Bruno Peyras sono apparsi sulla rivista OC. Areputzu è il suo primo libro di poesie.

Con grande emozione tengo tra le mani il mio primo libro di poesie. Il titolo è Areputzu, che in sardo significa Asfodelo. E’ anche il titolo di una delle poesie del libro, si lega all’immagine del campo arato, delle zolle umide e dei bulbi della pianta sparsi nei solchi. Lavoro dell’uomo e vita della natura nello stesso luogo.Qualche anno fa mi sono trovato seduto intorno a un tavolo con persone che non conoscevo a fare una cosa che non avevo mai praticato seriamente, scrivere poesie. E’ stato come se una vena d’acqua ostruita da un sasso fosse diventata all’improvviso una sorgente. Da quel “riu” che ancora scorre è nato un libro che oggi ho finalmente tra le mani. E’ anzitutto un omaggio alla lingua che ho parlato sin da bambino, il sardo, e alla cultura dei sardi, cioè alla vita di tante donne e uomini del passato e del presente. E’ anche il tentativo di esprimere temi e sentimenti di un individuo che vive il suo tempo con le gioie e le sconfitte della condizione umana. Auguro al libro, che da me ha ricevuto una prima forma, di riuscire a diventare veramente vivo nei cuori e nelle menti dei lettori.Chi volesse acquistarlo può scrivere a http://www.vydia.it/it/areputzu-asfodelo/

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